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Il grande cuore di Albi Stucchi. Dopo il libro la solidarietà, quella vera

Il grande cuore di Albi Stucchi. Dopo il libro la solidarietà, quella vera

Nel dicembre dello scorso anno, Alberto Stucchi, per tutti Albi, 45 anni, nato e residente a Erba in provincia di Como, ha presentato al pubblico il suo libro che narra la storia delle sue prime due esistenze. La vita di Alberto è stata, fino all’età di 14 anni, simile a quella di molti ragazzi della sua età. Tutto è cambiato il 15 novembre 1992, quando una grave infezione lo ha condotto in uno stato di coma. Al suo risveglio, si è trovato in una realtà completamente diversa, privato dell’uso della metà inferiore del suo corpo. Il volume, intitolato “La Mia Seconda Vita. La vicenda di Alberto Stucchi,” pubblicato dall’Istituto San Vincenzo, sua ex scuola, è stato sostenuto da importanti sponsor come Banca Generali Private e LarioIn. Quest’opera, tuttavia, non si limita a essere una semplice biografia o una collezione di testimonianze, ma si configura come un autentico percorso di speranza e un’azione di solidarietà.

Obiettivo di Stucchi era infatti essere d’aiuto ad altri, da una parte raccontando la sua esperienza, dall’altra raccogliendo, con le offerte ricevute dalla vendita del libro, dei contributi per enti e associazioni della sua Erba, la città in cui Albi è nato, è cresciuto e vive. In questi giorni parlare di operazioni di solidarietà e beneficienza può essere scivoloso. Ci è scivolata pure Chiara Ferragni con un’operazione di immagine poco limpida fatta attraverso il pandoro. Non è stato scivoloso invece l’iter di Alberto, che ha scelto di devolvere quattro assegni da 1.500 euro a realtà del territorio. Il tutto è avvenuto martedì 19 dicembre nel corso della Cena di Natale del Lariosoccorso. Nel corso di una breve cerimonia, prima della cena, Albi ha chiamato Franca Farina, presidente dell’Istituto San Vincenzo, il direttore sanitario dell’ospedale Fatebenefratelli di Erba, Pierpaolo Maggioni, un referente della Onlus Amici dei Pompieri Gruppo Santa Barbara e infine, proprio gli amici del Lariosoccorso.
“Vorrei solo che fosse chiaro a tutti che sono stato di parola – spiega Stucchi – per questo ho voluto fare la donazione in un’occasione pubblica. Prima che qualcuno parlasse male di me e di quello che è stato raccolto con il mio libro”.

Ma come si fa a parlare male di Albi? Sempre pronto ad aiutare gli altri. E pensare che in questo momento sarebbe proprio lui ad avere bisogno, anche se Alberto non è uno che chiede aiuto. Nell’ultimo anno infatti ha perso il lavoro che lo appassionava e soprattutto lo teneva impegnato insieme con tutte le sue passioni sportive, l’handbike e le immersioni. Sta cercando una nuova occupazione tra mille difficoltà. “Mi basterebbe un lavoro part-time, per sentirmi utile e vivere meglio la quotidianità – spiega – a volte invece mi sento proprio giù”.

Alberto avrebbe bisogno anche di compagnia. La famiglia, la mamma Vanda e il papà Martino ci sono sempre, vivono con lui, c’è anche il suo bel cane, Thea. Ma gli anni passano e Vanda non se la sente più di accompagnare Albi nei suoi viaggi. “Avrei bisogno di qualcuno con cui condividere le mie passioni, i momenti di svago, dal Milan alle immersioni. Spesso mi sento davvero solo e non è facile per me, ve lo assicuro” spiega Albi. Speriamo che quel suo gesto di solidarietà, quelle immagini di Alberto Stucchi con gli assegni, possano essere la copertina del libro della terza vita di Alberto. Una vita con un lavoro e un amico o un’amica in più con cui condividere almeno una parte di strada.

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